Il Sindaco Vincenzo Napoli: “Cultura ed accoglienza, Salerno si sta ritagliando uno spazio importante”

Salerno è una città divisa da sempre da chi, tra i cittadini, che ne ha perennemente tessuta di lodi e chi invece gode di un masochistico quanto perverso piacere di sottolinearne mancanze, disagi e problemi.  Un dato inconfutabile è che se paragonassimo il volto e la forma della città che ha dato i natali ad illustri personaggi della Letteratura come Alfonso Gatto o che ha ospitato servitori dello Stato che proprio in questa città hanno operato come Ugo Macera (troppo gravemente dimenticato) a come si presentava qualche anno fa, certamente ne risulta mutata. Giudicare Salerno mettendo in nuce un suo lato oscuro senza documentarsi sembra essere divenuto, da un anno a questa parte, una specie di sport nazionale il cui trofeo è la possibilità di dare un giudizio definitivo che nessuno si sente di assegnare. Tralasciando giudizi nel merito, quello che salta all’occhio ogni qual volta si analizzi o si dibatta sulla città “dove facilmente emerge ogni disciplina delle lettere” già secondo una riflessione di Francesco Petrarca, puntualmente, è che si inizia il discorso bollando Salerno “Città di provincia”, in senso dispregiativo (come se essere “di provincia” equivalesse ad una costrizione o ad una limitazione). Perché Salerno, seconda città della Campania, capoluogo di una provincia di oltre un milione di abitanti, viene perennemente indicata come “di provincia?” E’ semplice analfabetismo geografico o c’è dell’altro?

Dopo quindici anni di amministrazione di Vincenzo De Luca, Governatore della Campania dal giugno 2015, dal 2016 la città ha come Sindaco eletto l’Architetto Vincenzo Napoli. Classe 1950, Napoli è salernitano, già Assessore all’urbanistica nella Giunta di Vincenzo Giordano e con un passato come Dirigente nel partito socialista di Carmelo Conte.

-Sindaco Napoli, da molto tempo leggiamo e sentiamo che la città di Salerno, rispetto a molto tempo addietro, ha investito sulla grande urbanistica, sulla cultura, sulla sua identità stessa, ponendosi obiettivi sempre più alti. Eppure non sono rare prese di posizioni diverse. Domenica 25 marzo, la trasmissione Fuori Roma condotta da Concita de Gregorio ha dato della città un’immagine “dormiente”. Come spiega questa visione differente che indiscutibilmente è radicata e quali sono state le azioni più concrete dell’Amministrazione Napoli?

Io ho definito la trasmissione “un compitino propagandistico mal congegnato e mal composto”. Da una visione distorta della realtà che offende non solo le istituzioni ma soprattutto i cittadini che vengono considerati come una sorta di gregge di pecore che supinamente si muove senza discernimento critico. Salerno è una città che sta facendo passi in avanti importanti, costruendo una sua prospettiva per il futuro realizzando un’infrastrutturazione di altissimo livello, basti ricordare la metropolitana che arriva sino all’aeroporto di Salerno-Pontecagnano o all’Università di Salerno-Fisciano.. A breve promuoveremo i lavori per il fronte del Mare e li candideremo per i finanziamenti. Stiamo lavorando all’intero ridisegno del  Waterfront salernitano con prospettive turistiche di alto tenore. Non dimentichiamo poi, le azioni di marketing territoriale, Luci D’Artista e Salerno Letteratura che credo siano dei must di assoluta eccellenza.

  • I cittadini di Salerno come considerano questa ampia offerta? Crede che vii è una risposta reale di partecipazione e di interesse?

Assolutamente si. Basta analizzare attentamente i dati e le statistiche.  I cittadini salernitani, poi, sono attenti e razionali, dotati di senso critico e di autononomia di pensiero. E sono anche molto severi quando serve, sempre attenti a far notare eventuali mancanze che si cerca subito di sopperire.

  • In un contesto storico e sociale di paura e di insofferenza verso lo straniero, verso il “migrante”, pochi mesi fa Salerno ha toccato con mano la carne viva della tragedia degli sbarchi dei profughi. Il 6 novembre 2017 le salme di ventisei ragazze, di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, sono giunte nel porto di Salerno. Le ragazze, nigeriane, sono rimaste vittime dell’affondamento del loro barcone e le donne, in quanto più deboli, hanno avuto la peggio. Lei e l’Amministrazione tutta ha fortemente voluto omaggiare queste vittime del nostro tempo e di una piaga che non conosce fine. Cos’altro ha realizzato la città per venire in soccorso a chi fugge dal proprio paese?

Noi siamo fortemente orgogliosi del ruolo svolto nell’accoglienza dei migranti. Abbiamo messo su un meccanismo logistico efficace per quanto riguarda il trasferimento dei migranti nelle strutture a loro deputate in Italia ed altrove con un’azione di grande sensibilità: vale a dire riducendo al minimo la permanenza degli stessi sulla banchina del porto e quindi alleviando le loro sofferenze. La terribile sciagura delle ragazze nigeriane decedute nel nostro mare ci ha profondamente colpiti ed ha addolorato tutta la cittadinanza. Abbiamo proclamato il lutto cittadino ed abbiamo dedicato due opere d’arte alle ventisei ragazze decedute: un’opera d’arte del Liceo artistico nel giardino “8 marzo”, il giardino delle donne ed un’opera del Maestro Pietro Lista nel Cimitero monumentale di Salerno. Atti simbolici ma che richiamano un atteggiamento a favore dei diritti civili e dei valori non negoziabili che Salerno difende e che deve difendere. Non a caso abbiamo dedicato un giardino dell’otto marzo ed abbiamo dedicato un giardino ai giusti dell’umanità per iniziativa della Fondazione Menna e del Dott. Tringali che la presiede. Abbiamo chiari nella nostra testa gli obblighi che riguardano una civiltà che va difesa e che va tutelata. Detto questo noi siamo vigili ed attenti per quanto riguarda i problemi dell’immigrazione sostenendo da sempre che il nostro territorio accoglie i minori non accompagnati e i migranti che si muovono nel nostro territorio devono essere rispettosi religiosamente e pedissequamente delle nostre leggi. Altrimenti sono persone non gradite e faremo in modo di allontanarli. La sicurezza è sempre stata e sarà sempre al centro della mia Amministrazione. Ultimamente abbiamo investito oltre duecento milioni di euro in videosorveglianza.

  • La Città di Salerno offre tanto per un arricchimento culturale personale e collettivo. Una città ricca di storia medioevale, moderna e contemporanea che vanta la Scuola medica salernitana all’epopea di Capitale del Regno ne 1944. I giovani però, molte volte, sembrano distratti da tutta questa offerta che si propone, in qualche modo ma non solo, soprattutto a loro. Cosa può fare un Sindaco che ha a disposizione un così potenziale tesoro per trasformarlo nel “petrolio” per la città? Dobbiamo favorire anzitutto un sentimento identitario. Le giovani generazioni devono riconoscersi nel valore alto della nostra città e della nostra comunità. Devono sentirsi pienamente coinvolti e pienamente integrati in una logica identitaria di alto valore. Un orgoglio pienamente comprensibile di essere salernitani…

Proprio questo a mio parere manca. Basti pensare che con una valida e prestigiosa Università, molti studenti appena diplomati preferiscono studiare alla vicina Federica II o addirittura scelgono di allontanarsi a migliaia di chilometri forse perché insoddisfatti dall’offerta stessa. Intendiamoci, non tutti. Il Campus di Salerno conta più di quarantamila studenti attivi. Ma come convincere i rimanenti?

Valorizzando al massimo il nostro patrimonio culturale. Come, appunto, la scuola medica salernitana o i Giardini della Minerva a cui abbiamo dedicato tanta manutenzione. Dovremmo cercare di rispondere alla domanda provando a ragionare in una determinata: i giovani hanno un approccio al mondo ed alla cultura diverso da quello che era presente non molti anni fa, direi anche qualche anno fa: i giovani sono “multitasking”, fanno contemporaneamente cento cose grazie alla loro capacità neuronica ed al loro atteggiamento assolutamente innovativo rispetto alle cose ed al mondo. Ed è proprio per questo che una città moderna ed europea come Salerno deve stare al passo con i tempi e non deve rimanere indietro. Un esempio concreto per la cultura in città? Nel mese di aprile inaugureremo il Palazzo dell’Innovazione, un edificio storico con quattromila metri quadri dedicati totalmente alle tematiche del contemporaneo per quanto riguarda l’innovazione. Una sorta di talent garden. Credo che sarà una spinta innovativa che unisce Università, la Camera di Commercio, l’Associazione degli industriali, i vari players che si muovono nella città e soprattutto i giovani che potranno collaborare e mettere in moto meccanismi di cooperazione intellettuale fino a generare e promuovere start up. Un atto di concretezza e di fattività.

Stefano Pignataro

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