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Versailles: il Petit Trianon. Il rifugio di Maria Antonietta, lontano dalla grandeur del Palazzo

Se si parla di Versailles vengono subito in mente i grandiosi giardini del Re Sole ed il gigantesco palazzo che domina ogni veduta prospettica.

Ma c’è un sito, a Versailles, intimo, lontano dai fasti della corte, certamente raffinato ed elegante, ma che sembra quasi fare da affronto al giardino del potere che rappresenta la Versailles progettata per Luigi XIV da Le Notre: è il Petit Trianon.

Le parole identificano il luogo, forse anche meglio di quanto si possa pensare. E così che la parola “petit” contrasta con la “grandeur” tipica dello sfoggio di corte. Le Lac placido e calmo di questo gioiello contrasta con il monumentale spettacolo delle Grand Eau che ogni giorno strabilia nei vialoni e nei boschetti del giardino del re per i getti nervosi e le rumorose fontane.

Il Petit Trianon è, diremmo così, in fondo a Versailles, appartato, creato da Madame de Pompadour per “distrarre il re”, divenne più famoso e chiacchierato per essere divenuto poi il rifugio di Maria Antonietta, desiderosa di isolarsi dalla corte francese. Qualcuno direbbe che questa scelta simbolicamente politica: un giardino di gusto inglese nel monumento storico più famoso della storia francese. Un affronto nell’affronto considerata l’antipatia che Maria Antonietta nutriva per una nobiltà francese da cui si sentiva lontanissima.


Come lontanissimo dal Palazzo è il Petit Trianon. Per raggiungerlo infatti occorre un trenino che parte dalla grande allea, specchio d’acqua infinito da cui sorge brillante e prepotente Apollo.

Il trenino passa nei viali alberati sino ad arrivare ad una piccola costruzione: è quello il Petit Trianon. Un palazzotto, chiaro, nel quale si accede

Pensando di trovare i fasti visti poco prima nel palazzo del Re Sole e invece si viene accolti in una dimora di campagna. Con mobili preziosi ma semplici, in cui una piccola toilette ci mostra assieme alla microscopica camera da letto e il salotto, una dimensione intima che, spesso, nei musei viene nascosta come le vergogne. Ma è l’intimità il segreto di questo luogo.

Il Teatrino della Regina, edificato nel 1780, ancora, contrasta con l’Opera di Versailles; un teatro di società contro un Teatro di Corte. Si esce nel parco riservato dove l’armonia di un tempio neoclassico dedicato all’amore invita alla pace e alla riflessione seduti sui gradini di marmo che si affacciano su un calmo ruscelletto frastagliato da giunchi.

Ma è camminando che si rimane sorpresi dal vero rifugio nel rifugio di questo luogo: l’Hameau della Regina.

Ispirato ai villaggi contadini della Normandia, creato da Mique tra il 1783 ed il 1785, comprende dodici casupole dal tetto di paglia, una latteria, la peschiera, un mulino e una fattoria gestita ai tempi da una coppia di veri contadini. La stalla era utilizzata come sala da ballo e gli interni, sempre ispirati, avevano comunque mobilio di grande raffinatezza.

Qui un carretto distribuisce buonissimi gelati agli agrumi.

Come avete notato non parliamo di gusto ma semplicemente perché qui occorre pensare il viaggio e gustare il paesaggio con pranzo al sacco, come quando si va per scampagnate. E mentre noi ci ritiriamo in questo luogo sospeso nel tempo e nel paesaggio pubblicando foto ricolme di “mi piace” sui nostri social, il ritiro di Maria Antonietta in questo luogo fu una delle tante fonti di critica che vennero mosse contro di lei dalla corte e anche dalla popolazione che le rimproverava di investire enormi somme di denaro nel Petit Trianon a discapito delle casse dello stato.

Il percorso in questa parte nascosta e lontana (fisicamente e psicologicamente) dalla reggia di Versailles, termina attraversando il padiglione del Belvedere e della Roccia, una spelonca bianca circondata da boschetti e acqua che sembra averla consumata per centinaia d’anni.

Versailles è piena di segreti, anche di paesaggi segreti. E come spesso accade, meglio non fermarsi alle apparenze della grandeur. Occorre esplorarla per più giorni e scoprire il fascino intimo e privato di luoghi come questo: il Petit Trianon.

Buona paesaggio a tutti

Foto di Matteo Frulio
Elaborazione grafica di copertina A.R.

Matteo Frulio

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