Gnut e la sua Musica “fatta in casa”: l’EP Domestico

Claudio Domestico, in arte Gnut, è un musicista partenopeo con all’attivo già ben tre dischi, tutti intrisi di un’intensità fuori dal comune e talmente variegati da aver messo in luce più di una sfaccettatura espressiva di questo chansonnier nostrano. Gnut è riuscito in questi anni a barcamenarsi da cosciente equilibrista tra una forma-canzone legata sostanzialmente alla tradizione e, allo stesso tempo, a rinnovarsi ogni volta portando nella sua musica viaggi, sorrisi, suoni raccolti anche nei più piccoli spostamenti quotidiani. Più volte è stato descritto come un “cantautore errante” ed è proprio lui a spiegarne i motivi: «Sono stato ospitato da amici, musicanti e scapestrati come me; un po’ a Milano, un po’ a Roma, un po’ a Napoli e un po’ dove la musica mi ha portato. Questi cinque anni in giro mi hanno fatto scrivere e registrare un disco, accumulando tracce catturate di giorno e di notte nelle case degli amici». Un musicista piuttosto singolare, dunque, e che merita d’essere annoverato tra gli artisti di punta della scena musicale emergente partenopea e nazionale. Poi c’è sempre una città nella sua musica – Napoli – e si sa che quando c’è lei a suggestionare e ispirare è sempre più facile raggiungere il cuore di chi ascolta.

Ora, in quest’ultimo morso di 2015, ritroviamo Claudio Domestico alle prese con un nuovo e stimolante progetto che ha così descritto sulla piattaforma Musicraiser: « Ho in mente di fare un ep con sei canzoni e chiamarlo “Domestico”. Nella mia umile casetta all’ultimo piano riesco a vedere il mare, Sorrento, Capri, il Vesuvio, in un’esplosione giornaliera di luci e colori. Qui ho scritto nuove canzoni e qui le voglio registrare»

Le premesse sembrano ottime e, pertanto, Polis SA Magazine ha chiesto di scambiare qualche battuta proprio con Gnut per fare un po’ il punto della situazione e capire fino in fondo la natura del nuovo ep “Domestico”.

C’è un vuoto che si estende dalla pubblicazione di “Prenditi quello che meriti” al nuovo progetto “Domestico”. Cosa ha fatto Gnut in questo lasso di tempo?

«È passato solo un anno e mezzo dall’uscita di “Prenditi quello che meriti” ma la mia vita è cambiata completamente. Ho fatto molti concerti e promozione al disco. Dopo cinque anni in giro, senza fissa dimora, ho preso casa al centro di Napoli, ho iniziato a prendermi cura di me e a scrivere nuove canzoni».

Come nasce l’idea di realizzare un ep tra le mura domestiche? Cosa pensi del fatto che sempre più musicisti ricorrano a queste forme di autoproduzioni per i propri album?

«Come negli altri dischi “Gnut” le canzoni raccontano, come un diario, fasi della mia vita. Le nuove canzoni parlano di me e di quello che sto vivendo. Il mio cognome è “Domestico” e da lì è partito tutto. Per quando riguarda la scelta dell’autoproduzione mi viene da risponderti con una citazione: “Solo chi fortemente vuole, individua gli elementi necessari alla realizzazione dei propri obiettivi” (Gramsci)».

Un EP domestico, fatto in casa, ma comunque realizzato nella tua città, Napoli. A oggi, quanto ha influito Napoli sul tuo percorso artistico?

«Napoli influisce sul mio modo di mangiare, vivere, parlare e suonare. Sono napoletano e queste sono le mie radici. Negli anni però si sono mischiate a tante altre cose, che mi affascinano e amo di posti lontani da qui».

Dall’introverso “Il rumore della luce” al più solare e mediterraneo “Prenditi quello che meriti”, cosa possiamo attenderci da questo nuovo EP?

«Come dicevo, le mie canzoni sono una specie di diario nel quale racconto la mia vita e questo periodo è sicuramente uno dei più sereni e felici. Nelle nuove canzoni credo si senta questo».

Nel film capolavoro di Alessandro Rak, “L’arte della felicità”, compare anche un tuo brano all’interno della colonna sonora. Ti piacerebbe, in futuro, approcciarti a un progetto simile? «Certo! Amo il cinema e Alessandro Rak. Per me è stato un onore ed è stata una cosa che mi ha emozionato moltissimo».

Musica e crowdfunding stanno diventando un binomio sempre più solido. Cosa ti ha spinto ad affidarti a una piattaforma come Musicraiaser?

«Il mio progetto sarà un’edizione limitata a cento copie. Volevo avere un contatto diretto con chi mi ha sostenuto in questi anni e fare qualcosa per loro e Musicraiser mi è sembrato il modo migliore».

Perché contribuire all’ep“Domestico”?

«…Perché, altrimenti, potrei fare un gesto folle!».

Carmine Vitale

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