Polis SA 2020. UNA REALTA’ IN CONTINUO DIVENIRE

A cinque anni dalla nascita dell’associazione nocerina, facciamo un “bilancio” con Mimmo Oliva, Portavoce nazionale di Polis Sviluppo e Azione.

Mimmo, 5 anni di Polis Sviluppo e Azione. Una visione che prende corpo ed è divenuta realtà. Questi 5 anni senza mai “cambiare identità”.

«Eh sì, sono passati 5 anni dalla nascita di Polis SA e devo dire che pochi pensavano cosa saremmo diventati e cosa avremmo prodotto e “pensato”. Il bello è che siamo all’inizio di un percorso molto lungo, ma chi mi conosce sa che mi considero sempre allo start di un percorso e quindi per Polis SA sarà sempre un nuovo inizio. In questi 5 anni non abbiamo mai cambiato identità, ci siamo evoluti, sempre più velocemente così come una società contemporanea ti impone, molti di coloro che erano con noi non hanno resistito proprio per questo, troppo veloce il tutto paradossalmente ha fatto “scoppiare” chi voleva tutto e subito. I valori sono rimasti sempre gli stessi, questo sì

Stiamo assistendo ad un’evoluzione in crescendo della realtà Polis SA. E’ iniziata una nuova fase? Cosa dobbiamo aspettarci da Polis SA?…e dal suo Portavoce?

«Ripeto, dobbiamo considerarci sempre e perennemente in evoluzione. In crescendo certamente e la seconda metà del 2019 lo conferma: nuovi insediamenti territoriali e con nuove responsabilità , la nascita di nuove piattaforme, riassestamento e rafforzamento della parte editoriale, l’ingresso nelle Istituzioni. Cosa aspettarci dipende da noi, bisogna solo stare tranquilli e non andare di fretta, macinare idee così come abbiamo sempre fatto, considerarsi un gruppo, capire che si lavora anche per gli altri. Quello di Polis SA è un percorso e però non dobbiamo aspettarci arrivi definiti. Il 2020 sarà pieno di tutto, come sempre. Dal Portavoce bisogna aspettarsi il solito: impegno e passione, costruzione e pazienza, intransigenza su alcune cose. Per il resto il tempo dirà.» 

Mimmo, Polis SA si è evoluta, come tutti i movimenti culturali di consistenza, in un contenitore politico pluralista che riesce a tenere insieme percorsi dalle più variegate origini…un equilibrio di “idee” complicato che si incentra su tematiche propositive e sentite, rilette in una chiave singolare, mai trita, mai banale.

«Lo dicevo prima, come struttura siamo nati per evolverci in continuazione e tutti coloro che si sono avvicinati lo sapevano e lo sanno, quindi chi ne rimane sorpreso evidentemente nel farlo non aveva mai compreso dove andare a parare. Il nostro Manifesto e le nostre pubblicazioni, le nostre iniziative sono  i pilastri cui far riferimento e da cui non ci si smuove. In sintesi, se fai parte di Polis Sviluppo e Azione non puoi non essere identificato, hai tutto ciò di cui hai bisogno per “identificarti”, strumenti, idee e risorse politiche e culturali. E come dico sempre: i problemi li conosciamo sono le soluzioni che ci servono.  Bisogna semplicemente capire che siamo un equilibrio di pensieri, anzi noi siamo un’idea  “seminante” che non conosce data di germoglio. »

L’esperienza “pilota” delle amministrative di quest’anno. Sperimentarsi in una realtà “baronale” e ostica come Nocera Superiore, che frutti portiamo a casa da questa avventura?…e quali insegnamenti?

«Io non la considero un’esperienza pilota ma solo un atto dovuto rivolto alla città dove siamo nati 5 anni fa, era nostro dovere parteciparvi. Anche impostando un lavoro nuovo e diverso: un programma partecipato, una visione di città diversa ed evolutiva, candidati alla prima esperienza (quasi tutti), senza alleanze, senza finanziatori,mostrando soluzioni a problemi reali. Sì, ci siamo scontrati con una realtà più che baronale, restia al cambiamento. Ostica perché vede, da sempre, la politica e l’economia in mano alle stesse persone da sempre e lo abbiamo detto più volte che andare su binari diversi farebbe bene allo sviluppo della città stessa, diciamo una sorta di “convergenze parallele” che chiedono di aiutarsi a vicenda, come le stampelle della Ibsen. Ci siamo sperimentati, sappiamo dove abbiamo sbagliato e quindi sappiamo cosa non rifaremmo, ma ritengo che si sia ottenuta una grande vittoria anche se molti non saranno d’accordo con me. I motivi per cui lo dico lo  capiranno tra un po’, ne sono certo.»

So che in tanti lo avranno chiesto, passare il testimone del consilierato ottenuto perché?…Mimmo Oliva vuole lasciare la politica attiva?

«Il passaggio del testimone non è banalmente il mantenere la parola data ma ritengo che se ci si candida alla carica di Sindaco un motivo ci sarà, e cioè cercare di realizzare il programma elettorale che rappresenti e vuoi realizzare, e questo dovrebbe essere imposto da una norma che non c’è. Se volevo fare il consigliere comunale mi sarei candidato in una lista sapendo di avere un ruolo diverso. Proprio per questo  credo fermamente nei valori della democrazia e della rappresentanza e quindi chi è stato scelto dal popolo ha il diritto e il dovere di governare, controllare è il ruolo dell’opposizione. Lasciare o meno la politica attiva da parte mia è una domanda chiara che prevede una risposta complessa, quindi basti sapere che io considero anche il quotidiano fare politica. Ergo, secondo i miei canoni di pensiero, non si lascia mai la politica attiva.»  

Polis SA in cinque anni è arrivata ad avere rappresentanza istituzionale. L’importanza di costruire “relazioni istituzionali” per offrire risposte a territori in cui si registra una profonda crisi delle rappresentanze e in cui le stesse istituzioni sono percepite distanti e clientelari.

«Ecco, per questo ti dicevo prima che la nostra è stata una vittoria. E’ successo a Nocera Superiore ma era uguale se fosse avvenuto in qualsiasi altro punto del globo, importante per me era cominciare ad avere una rappresentanza istituzionale e possibilmente dal basso. Dal 2020 ne avremo altre, sicuro. Le relazioni istituzionali sono altresì importanti ma almeno adesso si parte da un punto preciso e dai “pilastri” cui accennavo prima. Avere quelle che tu chiami relazioni non significa aderire ad alcuna altra organizzazione, partito o movimento che sia, ma possibilmente “inquinare” le soluzioni altre. Devono vederci come elemento altro e l’unica nostra soluzione per renderci credibili è crederci. Per quanto riguarda la distanza Istituzionale o il clientelismo (questo ormai quasi una scuola di pensiero e null’altro),  dipende dal rinchiudersi della politica nel fortino per sfuggire ai problemi che i territori pongono, sanno di non sapere e allora è meglio sfuggire.»

In un tempo in cui “andare contro a prescindere” sembra comodo e di subitaneo consenso e dove il bisogno di risposte alimenta facilmente derive “populiste”, Polis SA si pone come forza “propositiva” e “programmatica”. I frutti di questa scelta ideologica e valoriale quando saranno maturi?

«Noi siamo nati proprio per questo, basta leggere l’incipit del nostro Manifesto. Il vero problema è che pochi guardano veramente oltre, pochi hanno una visione lunga, nessuno ha veramente voglia di sacrificare se stesso e ciò che rappresenta per saltare il guado, che detto chiaramente prima o poi dovrà pur essere fatto e il problema è in che modo, con quali mezzi, con chi. Per questo noi dobbiamo ostinarci a proporre, programmare, produrre idee e comunque eliminerei la scelta ideologica e rimarrei concettualmente sui valori. Quando si arriverà a maturazione? Non so, tempi troppo complessi per fare previsioni. Però abbiamo “belle teste” in Polis Sviluppo e Azione, e questo non può far altro che rassicurarci.»

Attenzione sempre più marcata ai grandi temi contemporanei: lavoro, periferie, donne, ambiente… I progetti di Polis SA per questa nuova fase, marcatamente nazionale, che si sta aprendo.

«Sono temi che a me non possono sorprendere e che mi hanno accompagnato da sempre. Ho voluto fortemente queste tematiche, tra gli altri, perché il lavoro “destrutturato” ha completamente rivoluzionato in negativo le persone e quindi la stessa struttura di società creando tra le altre cose la desertificazione di abbondanti zone del Sud. Poi sul concetto di periferia ne abbiamo parlato e rimandiamo ai nostri documenti, e comunque è dalle periferie che partirà il cambiamento, ne sono fermamente convinto. Le donne, sono l’unico elemento salvifico per tutta una serie di considerazioni, in primis non vi è bisogno di “distinzioni generazionali”, insomma non è un problema di età. L’ambiente è il tema che ci coinvolgerà tutti, a prescindere. Poi ci sono gli altri temi e le nostre parole chiave, tutto ciò  per quella che tu definisci nuova fase nazionale, che lo è sempre stata ma adesso un po’ di più

Polis SA tra cinque anni.

«Saremo presenti come sempre, dove e come e con chi non saprei immaginarlo pienamente. Vediamo che succede, i flussi contemporanei che si stanno muovendo sono enormi e velocissimi e quindi ciò che si immagina oggi potrebbe essere non vero tra qualche giorno. Saremo come sempre in evoluzione, come nostra caratteristica.»

Mimmo Oliva tra cinque anni.

«Tra cinque anni sarò altro, questo è certo. Come tutti del resto…»

Antonia Pannullo

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