Smog: cos’è, e come prevenirlo e combatterlo

Smog (Smoke + fog) è l’indice di una circostanza ambientale pericolosa, la percezione visibile dell’inquinamento dell’aria che vediamo sotto forma di foschia intensa, persistente e spesso maleodorante. Quando le condizioni meteorologiche (alta pressione, calma di vento e cielo sereno) perdurano oltre un certo periodo, gli inquinanti (soprattutto le polveri sottili) si accumulano.

Le polveri sottili possono essere paragonate a un killer lento e silenzioso, sono così piccole da poter essere inalate e si possono accumulare nel sistema respiratorio.

Quando si parla di polveri sottili si fa riferimento alle cosiddette PM 10, particelle aventi diametro inferiore a 10 micrometri e PM2,5 con diametro inferiore a 2,5 micrometri. Tanto inferiore è la dimensione delle particelle, tanto maggiore è la loro capacità di penetrare nei polmoni e di produrre quindi effetti dannosi sulla salute umana. Le polveri sottili sono in parte il residuo diretto dei processi di combustione e in parte il prodotto dell’invecchiamento di gas inquinanti che, rimanendo nell’atmosfera, si trasformano in particelle. In questo particolare periodo sono poche le precipitazioni, e non c’è abbastanza vento per disperderle. Rimangono quindi intrappolate e si accumulano nei primi 300 – 400 metri di atmosfera.

Dall’inizio del 2015 le concentrazioni di polveri sottili (Pm 10, Pm 2,5) nell’aria napoletana hanno costantemente superato i valori limite previsti dalla legge. Il Comune ha reagito sempre all’emergenza decretando un’alternanza tra il blocco totale del traffico e l’utilizzo delle targhe alterne.

Chi scrive non è certo tra i favorevoli ai blocchi del traffico e soprattutto alle targhe alterne. A mio parere, questi provvedimenti hanno un impatto ridotto sulla qualità dell’aria, mentre provocano un disagio rilevante ai cittadini, anche per il pessimo trasporto pubblico offerto dall’Ente. Ma se proprio si decide di utilizzarli, lo si deve fare seriamente, per un periodo prolungato in coincidenza con i picchi di concentrazione di Pm 10, che sono in realtà prevedibili con diversi giorni di anticipo e non affidandosi alla speranza che pioggia e vento arrivino a risolvere.

L’esperienza di molte città europee e del mondo, in cui si è riscontrata negli ultimi venti anni un’importante diminuzione dell’inquinamento, dimostra che non esiste un unico provvedimento risolutivo che possa essere adottato nelle singole aree urbane, ma può essere efficace solo una articolata e coerente strategia. Un progetto che passa attraverso punti guida su cui incardinare un piano nazionale, regionale e comunale che a mio avviso può essere riassunto in 15 passi fondamentali necessari ad affrontare radicalmente la questione della lotta allo smog:

1) Decreto governativo per uniformare nei comuni le decisioni di contrasto allo smog dei sindaci in caso di superamenti limiti di legge degli inquinanti. Inammissibile che ci sian sindaci che emettono ordinanze diverse tra loro, generando confusione e perdita di credibilità nelle istituzioni.
2) Recuperare il progetto del governo Prodi (de-finanziato dal governo Berlusconi) “1000 treni per i pendolari” e realizzare 200 km di rete per tram e metro in superficie. Istituire il fondo nazionale per il rimodernamento del parco mezzi pubblici locali che è il più vetusto d’Europa: media 13 anni contro i 7 anni di altri paesi europei.
3) Introdurre nel contratto di lavoro pubblico e privato il bonus trasporti per chi lascia la macchina a casa e usa i mezzi pubblici. Mobilità sostenibile o condivisa.
4) Divieto definitivo di circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti a partire dai diesel come già deciso dalla città di Parigi.
5) Rendere strutturale e definitivo il provvedimento per le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie per migliorare l’efficienza energetica e rimodernare tutto il patrimonio edilizio italiano. Vietare l’uso di idrocarburi, a esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire dal 2017 con obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini.
6) Piano per la realizzazione di stazioni di erogazione di energia elettrica per le auto elettriche.
7) Piano obbligatorio per la realizzazione di piste ciclabili per l’accesso alle città e ai luoghi di lavoro. L’Italia è all’ultimo posto in Europa per l’uso di biciclette.
8) Piano per la realizzazione di nuovi 10.000 boschi urbani nelle città italiane.
9) Reali controlli sulle emissioni delle auto attraverso l’applicazione dei nuovi criteri di prova di omologazione per i veicoli immessi sul mercato, con verifica su strada e dichiarazione obbligatoria dei risultati reali di consumo e d’inquinamento risultanti.
10) Più isole pedonali nei centri delle città e introduzione del road pricing (pedaggio), finalizzando il ricavato al finanziamento del trasporto pubblico e maggiori controlli per il rispetto del codice della strada nei centri urbani. Verificare attuazione dei piani di risanamento aria delle regioni
11) Un piano per la mobilità condivisa: car pooling, car sharing, bike sharing e Uber.
12) L’Italia detiene il record di auto immatricolate in Europa, il diritto alla mobilità andrà progressivamente garantito nelle città con i mezzi pubblici.
13) Trasferire i sussidi dall’autotrasporto al trasporto pubblico locale. In 15 anni sono stati erogati dallo Stato al trasporto merci su gomma oltre 6 miliardi di euro.
14) Elettrificazione delle banchine dei porti (Napoli, Civitavecchia, Livorno, Genova, etc.) dove l’energia dell’impianto dovrebbe essere prodotta tramite fonti rinnovabili. Eliminare l’inquinamento industriale che coinvolge ben sei milioni di persone, da Trieste passando per Taranto arrivando a Priolo. Applicare il principio chi inquina paga e realizzare le bonifiche. Le autorizzazioni integrate ambientali (AIA) dovranno essere rigorose con controlli e monitoraggi in continuo degli inquinanti a partire dalle diossine. Il personale e le strumentazioni di controllo delle Arpa (agenzie regionali protezioni ambiente) vanno potenziati.
15) Un piano energetico zero carbonio con obiettivo 100% energie rinnovabili al 2050 e fermare le trivellazioni.

Vincenzo Peretti

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