PRESENTAZIONE “CRONACHE D’ISERNIA DI FINE SECOLO XIX”

«Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile» ripeteva spesso la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci. Ed è un pensiero che sembra sposarsi bene con l’intenzione dell’architetto e scrittore Davide Monaco che realizza un’opera ampia come “Cronache di Isernia di fine secolo XIX” che, mirabilmente e con dovizia di particolari, rappresenta una sintesi di quanto accadde alla piccola cittadina molisana nell’epoca che va dal 1895 sin all’inizio del novecento. Monaco è riuscito a recuperare, attraverso un’attenta ricerca, diversi articoli di giornali di quel periodo che riportavano tutte quelle vicende che modificarono l’aspetto urbano, infrastrutturale, stradale e culturale di Isernia.

Negli ultimi anni dell’ottocento questa trasformazione significava una crescita importante per un centro non più isolato, basato su un’economia prettamente agricola, che tendeva a modernizzarsi con la costruzione di una rete ferroviaria ed il potenziamento della rete stradale con viadotti, ponti, gallerie. «Un’Isernia al centro di un’Italia» , ha commentato l’architetto Monaco agli intervenuti alla presentazione del volume,  «che migliora nel suo aspetto economico: puntando sulla costruzione di nuovi immobili e strade larghe e diritte che incentivarono il commercio e l’industria con l’introduzione di nuove tecnologie».

«Isernia diventava un luogo ricco, amministrato» come poi aggiungerà il sindaco del capoluogo pentro, Giacomo D’Apollonio «in maniera che i cittadini vivessero in una situazione di benessere sociale, coscienziosi di questa opportunità di crescita». Monaco è riuscito quindi a raccogliere tra le pagine del libro, edito dalla Volturnia Edizioni, le testimonianze di quell’epoca che diede un nuovo volto alla cittadina descritto minuziosamente dai giornalisti di allora che, in articoli ritrovati dall’architetto, narravano situazioni e vicende in questo ambiente urbano che, confessa l’autore, «era ricco di vitalità (crebbe la rete dei servizi: ristoranti, alberghi, caffè, pasticcerie, negozi di alimentari ma anche aumentarono calzaturifici e sartorie) . Il punto», aggiunge l’assessore alla cultura al comune di Isernia Eugenio Kniahynicki  «è proprio avere coscienza degli sforzi dei nostri antenati: persone che con grandi sacrifici hanno trasformato una cittadina pullulante di attività che l’hanno resa importante per la sua vivibilità, una cittadina in grado di mantenere le sue tradizioni pur guardando al futuro». E quindi, quale insegnamento trarre e trasmettere a noi ed alle nuove generazioni? Gli interventi del giornalista, consigliere nazionale dell’Ordine e musicista Vincenzo Cimino e della professoressa Ida Di Ianni direttore editoriale della Volturnia edizioni, spiegano proprio questo: il volume è senz’altro da leggere perché si possa essere incentivati ad investire sulla cultura organizzando iniziative per far rinascere un territorio che si sta spegnendo. E l’esempio, sembra strano a dirsi, da cui trarre un insegnamento ci arriva da quegli avi che credevano nel progresso e che con le proprie forze, il coraggio, la caparbietà furono in grado di trovare una strada per elevarsi professionalmente e culturalmente dinanzi all’intero Paese. Alla presentazione del libro, sono anche intervenuti il medico e saggista Giuseppe Laurelli e l’architetto Massimo Sterpetti che hanno delineato aspetti e aneddoti di vita popolare presenti nel volume. Il racconto è stato nutrito dalla descrizione e dalla visione di mappe, carte catastali, fotografie di acquedotti e sorgenti, dalla storia delle famiglie più antiche di Isernia. All’incontro erano presenti il direttore della biblioteca comunale di Isernia, Gabriele Venditti e il presidente dell’associazione “LeRotaie” Fabrizio Minichetti. «In soli quindici anni» concludiamo «economia, cultura, imprenditoria salirono alle stelle. Sta a noi continuare a farle brillare».

Silvia De Cristofaro

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