DECRETO SCUOLA E CONCORSO STRAORDINARIO DOCENTI: SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA. DENTRO PURE I DOCENTI DELLE PARITARIE, MA SOLO PER L’ABILITAZIONE.

Il Decreto Legge 29/10/2019 avente ad oggetto “Misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti” – conosciuto dai più come Decreto Scuola e chiamato anche “salva-precari bis” e contenente, tra l’altro, il concorso straordinario per i docenti con almeno tre anni di servizio – sembra poter vedere finalmente la luce vista la recente approvazione del testo alla Camera dei Deputati. 

Si attende ora il nuovo passaggio al Senato entro il 29 dicembre 2019; è questo, infatti, il temine ultimo per il varo definitivo del nuovo sistema di reclutamento e di abilitazione dei docenti della scuola secondaria. 

Un sistema che, tuttavia, non sembra gradito ai tanti docenti precari che attendono ormai da mesi una soluzione politica alla propria condizione di ”insegnanti ingabbiati”. Sono infatti definiti così i tanti insegnanti inseriti nelle graduatorie degli istituti scolastici che ogni anno consentono alle scuole di coprire un buco che, secondo le stime delle cinque sigle sindacali più rappresentative del comparto scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda), si attesterebbero intorno alle 170 mila cattedre scoperte. 

A questo annoso problema si è cercato di ovviare mediante un’intesa siglata lo scorso 26 aprile 2019 tra l’allora Ministro della Pubblica istruzione, Marco Busetti e le cinque rappresentanze sindacali. Però la crisi governativa ferragostana ha contributo alla brusca interruzione delle trattative risolutive. Tempisticamente non ha giovato neanche la richiesta da parte del capo del Quirinale di apportare alcune modifiche al decreto che – nella versione originale – prevedeva l’esclusione dei docenti delle scuole paritarie. 

Uno scoglio parzialmente superato con la concessione a questi ultimi di partecipare al concorso al fine esclusivo del solo conseguimento dell’abilitazione mediante prova scritta computer based e prova orale. Una soluzione che però non accontenta né i docenti che hanno presentato il loro servizio nella scuola pubblica né quelli alle dipendenze degli istituti paritari, i quali ancora una volta avvertono questo provvedimento come una forma di discriminazione.  

È d’uopo ricordare che le scuole paritarie rientrano a tutti gli effetti nel sistema scolastico nazionale per effetto della legge n. 62/2000 che riconosce la parità scolastica. 

Solo in Campania gli istituti paritari sono circa 1200. 

In queste ultime ore i segretari dei cinque sindacati stanno decidendo sulla possibilità di indire uno sciopero generale del personale docente contro questo decreto che, di fatto, disattende sia i punti siglati nell’accordo dello scorso aprile a Palazzo Chigi sia quelli definiti a Viale Trastevere lo scorso 1° ottobre.

Vincenzo P. Sellitto

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