LETTERE ALL’ ITALIA. LÀ…A SUD OVEST.

Spett.le sig.ra Italia,

qualcuno mi dice che le missive che le invio sono forse un tantino pessimistiche, forse troppo accorate, diciamo pure “disfattiste”.

A questo rispondo che la mia corrispondenza con lei è dettata dalla necessità di puntualizzarle quelle cose che tanti vedono e pochi raccontano, o almeno pochi raccontano con senso critico e al di fuori di schieramenti. Ecco, appunto, gli schieramenti: tutto sembra essere solo bianco o nero, vero o falso, buono o cattivo, destra o sinistra.

Mia carissima signora è così anche nel sociale, o sei ricco o sei povero, ma questa non è una percezione, il divario fra quelli “che hanno” e quelli che “non hanno” è sempre più ampio, sempre più ingiusto, sempre più pericoloso.

È cosi in ogni sua parte, mia splendida signora, anche là…a sud ovest.

Si, anche lì è bianco o nero, bello o brutto, falso o vero, buoni e cattivi. E allora ecco che ogni argomento diventa oggetto di dibattito, scontro verbale, anche se il più delle volte tutto si ferma lì: a Facebook.

Anche in questi giorni, là a Sud Ovest, ci si scontra. Questa volta l’oggetto del contendere è la possibile istituzione di un’Area Marina Protetta che riguarderebbe l’Isola che mi ha visto crescere. Anziché essere uniti per capire i pro e i contro di un progetto che potrebbe cambiare abitudini ed economia di una comunità, valutarlo apoliticamente, trasversalmente, imparzialmente, la divisione tra SI e No è sempre più frattura, divisione, incomprensione.

E mentre sui due fronti opposti ci si affanna a cercare dati, prove, testimonianze che vadano a favore dei propri convincimenti, qualcuno ne approfitta per agire indisturbato ai danni di tutti: pro e contro.

Qualcuno con mano vile “abbatte” uno dei simboli della storia di quella gente, un albero secolare, un ginepro vecchio di trecento anni.

L’albero era già lì, a pochi passi dal mare, quando i primi coloni con le loro imbarcazioni, gli passarono di fronte per giungere su quell’isola deserta e costruirci una città, rifarsi una nuova vita. Se avesse potuto sicuramente li avrebbe salutati con gioia perché ponevano fine alla sua solitudine. Era lì quando, qualche anno dopo, le navi dei pirati saraceni, passarono a poca distanza dalla sua costa, per andare a mettere a ferro e fuoco la città, prendere novecento tra uomini, donne, bambini, per portarli schiavi in Tunisia. Se avesse potuto avrebbe dato l’allarme, avvisato quella gente che era ora la “sua” gente.

E poi avrà visto tanti che volevano solo godersi quel tratto di mare incantato, che lui sorvegliava e proteggeva, anche trattenendo quel pezzo di collina che sembrava volesse scivolare nell’acqua.
Sicuramente avrà fatto ombra e dato ristoro a qualche contadino che lavorava nei campi di cui era parte.

Sembrava rivolto al mare, quasi proteso verso quell’elemento che è allo stesso tempo simbolo di unione e divisione tra i popoli, chi lo ha colpito lo ha fatto alle sue spalle, mentre il ginepro era intento a contemplare una notte senza luna.

Mia amata signora, ho visto quel “morire” quasi come un sacrifico per quella comunità che quel gigante buono aveva visto nascere e crescere, perché alla notizia dello “scempio” le contrapposizioni si sono come per incanto annullate: bianchi e neri, buoni e cattivi, tutti uniti per condannare il gesto. Anche su FB, finalmente, per un po’, i “No” e i “SI” si sono compenetrati e trasformati in un “Mai Più”.

Mia incantevole signora, questa alla fine non è stata una lettera come le altre, ho finito per parlarle di cose che stavano a cuore soprattutto a me, perché di quella comunità faccio parte, anche se al momento sono distante. Mi fa male pensare che non si possano trovare punti di unione, convergenze, se non quando ci sono “tragedie”, è stato così ora, lo è stato in passato, per cose ben più gravi, ma il risultato non cambia.

E non cambia neppure se questo che accade ora là a sud ovest, lo proiettammo su scala nazionale. Un Popolo che sa di essere tale solo quando è troppo tardi forse non merita ciò che lei è…mia bellissima signora.

Suo fedelissimo

Antonello ( nato là…a sud ovest)

Antonello Rivano

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