PROTEINE DI CREATIVITÀ. “PIZZICA” CHE TI PASSA…

Ho fatto visita a Canio Martiniello, artigiano e ballerino, esperto di balli popolari, nel piccolo paesino irpino in cui vive: Calitri. Data la condizione di quarantena che inibisce gli spostamenti, Canio – con grande simpatia e disponibilità – ha accolto me e le domande che gli ho posto sul ballo della “Pizzica” rispondendomi al cellulare, direttamente dal suo orto.

La conversazione telefonica si è presentata, da subito, gradevole e vivace. Canio mi ha parlato del suo orto, di questo maledetto Covid – 19 e a tal riguardo – essendo un bravo ballerino di pizzica – gli ho chiesto cosa significasse per lui, soprattutto in questo periodo, il ballo della “Pizzica”. E’ un ballo  che dal Salento è giunto fino in Campania passando dalla leggenda: dai piedi nudi di donne “pizzicate” – che la tradizione dipinge mentre ballano, appunto, una “pizzica” – per allontanare il ragno che le ha punte e per liberarsi del veleno che le è stato iniettato… Canio mi risponde così:

«Credo che sia stata la “pizzica” a trovare me, perché prima del nostro incontro non avevo mai ballato in vita mia. Così è accaduto che questo ragno: “la taranta” ha pizzicato anche me scatenando una voglia irrefrenabile di vivere e di ballare a piedi nudi.

“La taranta è viva e non è morta” così recita un pezzo di una “pizzica pizzica” che ci fa capire come questa danza, vero e proprio rituale di liberazione, sia sempre attuale al punto che il male – inizialmente personificato dalla taranta, ossia dal ragno, che pizzica iniettando il suo veleno nel corpo del malcapitato – assume oggi le fattezze del virus, dello stress, della depressione, della difficoltà di vivere, di lavorare…

Ballo la “pizzica” per ribellarmi a questa angoscia imposta dalla pandemia, anche se, a causa della distanza sociale, purtroppo, sono costretto a ballare da solo e ballando da soli non ci si può curare mai completamente!

Tuttavia, mi sento fortunato a potermi occupare del mio orto, ad annusare la terra zappata, a stare a contatto con la natura, a sentire sotto i piedi la terra, ora arida ora calda, quando ballo con fervore la “pizzica pizzica” guaritrice.«

Canio balla ed attraverso il linguaggio corporeo parla di sé, esprime la sua passione, una emotività che sussulta assieme al cuore che segue il ritmo sfrenato della musica. Nel ballo non c’è competizione, Canio afferma: « “Io danzo me”, traduco in movimento il mio modo di essere e di sentire. «

Canio Martiniello ha un laboratorio di maglieria, un settore fortemente minato dalla grande difficoltà economica del momento storico che stiamo vivendo, tuttavia, come tanti italiani, Canio continua a tenere accesa la luce sul “Made in Italy” sia come artigiano che come artista, attingendo dalla propria terra tutta l’energia vitale e creativa che, al contempo, “pizzica” e libera da ogni male.

Lucia Quaranta

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