Coding per tutti: la lezione di CoderDojo Salerno al Giffoni Film Festival

Molte sono le iniziative interessanti che quest’anno affiancano il Giffoni Film Festival. Da qualche anno la rassegna di cinema per ragazzi è diventata un’esperienza a 360 gradi, come suggerisce il nome Giffoni Experience, accompagnandosi a diversi progetti che arricchiscono il fitto programma della manifestazione. Tra i tanti fa la sua prima comparsa il CoderDojo Salerno, un movimento aperto, libero e totalmente gratuito – così si autodefinisce – organizzato in centinaia di club indipendenti sparsi in tutto il mondo. CoderDojo è luogo in cui giovanissimi e volontari (anche diverse startup salernitane, Stasoft, Mangatar e alcuni docenti dell’università di Salerno) giocano insieme per imparare il pensiero computazionale e la creatività.

Obbiettivo principale dell’iniziativa è l’insegnamento della programmazione informatica ai più piccoli. Attivi in Italia dal 2012 e diffusi su tutto il territorio nazionale, accolgono ragazzini dai sette ai quattordici anni e li introducono nel mondo del coding con un software creato da M.I.T. di nome Scratch. Perché il nome CoderDojo? – chiediamo a Raffaele Gaito, mentor dell’associazione – «Coder significa proprio codificare, mentre il termine giapponese dojo indica la palestra dove i ninja si allenano. Con CoderDojo i ragazzi diventano ninja della programmazione. Insegniamo loro la cultura digitale, fornendo gli strumenti e le conoscenze utili per essere utilizzatori attivi delle tecnologie». Nello scenario sociale contemporaneo, dove non si perde tempo ad accusare le tecnologie di aver privato bambini e ragazzi delle attività all’aria aperta, Raffaele risponde: «Imparare a programmare da piccoli favorisce lo sviluppo di competenze utili a costruire storie, animazione e videogiochi. Anche i videogiochi sono una componente fondamentale dell’educazione digitale, poiché per giocare bisogna conoscere le regole. Occorre fare un po’ di informazione, perché molto spesso sono proprio i genitori che non conoscendo questi strumenti e questi linguaggi non riescono a tutelare i propri figli nella scelta del gioco giusto in base al target d’età». Durante le attività di CoderDojo, i bambini apprendono il lavoro di gruppo, sviluppano la propria creatività e acquisiscono competenze per il loro futuro prossimo, facendo ciò che più gli piace fare: giocare.

La scelta di affiancarsi al Giffoni Experience, trova le sue ragioni più ovvie nel ruolo di aggregatore e di vetrina che la manifestazione offre. Oggi giorno, dalla mattina fino al tardo pomeriggio, molti sono i bambini che approfittano dello spazio messo a disposizione per raccontare la propria storia e con i loro disegni creare un videogioco tutto loro.

Andrea Cesaro di Stasoft, startup Salernitana, e altro mentor di CoderDojo ci dice: «CoderDojo è un’esperienza meravigliosa per i bambini, e vi garantisco che lo è ancora di più per noi mentor. Attraverso il gioco, il divertimento, la combinazione di vari blocchi di istruzioni i bambini imparano fondamenti della programmazione. Dobbiamo prendere coscienza che la programmazione è diventata il nuovo prodotto manifatturiero e culturale del nostro secolo e chi meglio dei nostri bambini potrà essere in grado di sfruttare al meglio ciò che noi iniziamo a insegnar loro?».

Mentre per il futuro più prossimo Raffaele fa sapere che le iniziative dell’associazione si svolgono soprattutto nelle scuole medie, e obbiettivo del movimento è quello da settembre di continuare questo tipo di collaborazione indirizzandola verso una forma di discorso continuativo: appuntamenti mensili, presidiati dai genitori dei ragazzi. I mentor di CoderDojo si dicono molto entusiasti di confrontarsi con gli insegnanti interessati a capire le metodologie del movimento per uno scambio di conoscenze. «Speriamo davvero di riuscire ad allargare la nostra rete, perché è giusto insegnare ai ragazzi che esiste un potenziale utilizzo delle nuove tecnologie che va ben oltre l’utilizzo passivo della tecnologia».

Per le attività del CoderDojo è sufficiente avere a disposizione una sala in cui realizzare gli eventi, delle prese elettriche per collegare i pc e ovviamente il wi-fi. E una volta a casa, come ci suggeriscono, il gioco continua su https://scratch.mit.edu/.

Per ulteriori informazioni: www.coderdojoitalia.org

Fedora Alessia Occhipinti

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