Vatileaks I e II: intrighi e complotti minacciano la chiesa? No, solo la stampa libera

Nei primi mesi del 2012, la casa editrice milanese Chiarelettere pubblica un saggio dossier di Gianluigi Nuzzi dal titolo “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI”. Il libro contiene una notevole quantità di documenti provenienti dalle stanze di Benedetto XVI, come le carte relative alla Banca Vaticana (IOR – Istituto per le Opere di Religione), al caso “Dino Boffo” ex direttore del quotidiano “Avvenire”, alla scomparsa di Emanuela Orlandi, alla questione dell’ICI sugli immobili della Chiesa e i vari contrasti tra i prelati di spicco, come il cardinale Tarcisio Bertone. Subito dopo la pubblicazione del libro di Luzzi, nello stesso mese di maggio 2012, scoppia lo scandalo Vatileaks-leaks in inglese significa “fuga di notizie” – e Paolo Gabriele, ex maggiordomo di Papa Benedetto XVI, è imputato di furto aggravato di carte riservate del pontefice e collocato ai domiciliari il 23 maggio. Nella casa di Gabriele, oltre ai documenti riservati, furono ritrovati un assegno di 100mila euro intestato a Ratzinger, una pepita d’oro e una edizione dell’“Eneide” del 1581. Tra i documenti, uno riguardava la sicurezza del papa e la possibilità che potesse essere obiettivo di un complotto mortale. Nell’ottobre 2012, Paolo Gabriele fu condannato dai magistrati vaticani a 18 mesi con l’obbligo di scontare la pena detentiva nelle celle della caserma della Gendarmeria vaticana. Nel dicembre dello stesso anno, Benedetto XVI concede la grazia all’ex maggiordomo, il quale però non potrà riprendere il precedente lavoro e non potrà continuare a risiedere in Vaticano.

Solo pochi anni dopo, nel 2015, un secondo scandalo che riguarda la Chiesa: scoppia Vatileaks 2. Anche stavolta a seguito della pubblicazione di un libro, anzi stavolta sono due: “Via Crucis” – sempre di Gianluigi Nuzzi – e “Avarizia” – di Emiliano Fittipaldi –, in cui vengono resi noti documenti riservati dello Stato Vaticano. Viene delineata la situazione economica e finanziaria della Chiesa: costi fuori controllo, cattiva gestione degli amministratori, offerte dei fedeli sottratte alla beneficenza, furti e truffe commerciali, buco nero nelle pensioni, e così via. Vicende, queste, che fanno intendere il vero motivo delle dimissioni di Benedetto XVI. A essere accusati questa volta di essere responsabili della fuga di notizie riservate sono monsignor Lucio Vallejo Balda, segretario generale della Prefettura per gli affari economici, Francesca Immacolata Chaouqui, membro della Cosea (commissione di riforma delle finanze e dell’amministrazione istituita da papa Francesco), e Nicola Maio, funzionario Cosea. Questa volta vengono indagati per concorso di sottrazione di informazioni riservate anche i due giornalisti Nuzzi e Fittipaldi. Il 7 luglio il Tribunale Vaticano condanna a 18 mesi monsignor Vallejo Balda per divulgazione di documenti riservati e 10 mesi a Francesca Immacolata Chaouqui per concorso in divulgazione, pena quest’ultima sospesa per 5 anni perché mamma di un bimbo di poche settimane. Assolto, invece, Nicola Maio per non aver commesso il fatto, e prosciolti i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi per incompetenza del Tribunale, poiché cittadini italiani che mai hanno compiuto azioni di nessun tipo in Vaticano. Gianluigi Nuzzi, pochi giorni prima della sentenza, aveva sottolineato un aspetto importante, quello della libertà di stampa, argomento molto controverso non solo all’interno delle mura vaticane, ma anche nel nostro Paese: «Questo processo è fondamentalmente contro la libertà di stampa perché Fittipaldi e io siamo chiamati a rispondere di cosa? Di concorso morale nella divulgazione di notizie riservate sulle offerte di denari della Santa Sede… Cosa vuol dire, che secondo la pubblica accusa con la nostra presenza e disponibilità davamo impulso psicologico alla divulgazione di notizie riservate? Ma allora io mi chiedo, il giornalista deve essere presente e disponibile rispetto alle notizie o deve scappare e darsela a gambe quando c’è uno scoop?». In realtà, la diffusione di questi documenti riservati preoccupa molto il Vaticano, anche e soprattutto dal un punto di vista etico e spirituale; emerge infatti un distacco sempre maggiore tra il messaggio evangelico e la Chiesa; in Matteo (19,24) si legge: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». Eppure la Chiesa ha 2mila miliardi di immobili nel mondo, al pari degli Stati Uniti, come riporta un articolo del “Il Sole 24 ore” del 2013, e ci si indigna profondamente, come aveva anticipato l’“Espresso”, che l’attico del cardinal Bertone è stato ristrutturato con i soldi destinati all’Ospedale Bambino Gesù per curare i bambini malati, per fare solo un esempio. Questi fatti portano a una disaffezione sempre maggiore verso le istituzioni ecclesiastiche. Quale sarà il futuro della Chiesa e della sua credibilità nel mondo?

Sante Biello

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