A Casoria un Museo dedicato a Roberto Saviano

Casoria: nell’ambiente surreale del CAM, Contemporary Art Museum, si è svolta l’inaugurazione della nuova ala dedicata a Roberto Saviano. Il celebre scrittore napoletano ha inoltre ritirato il “premio CAM” consegnatogli dai responsabili del museo davanti a un folto pubblico di amici, ammiratori e giornalisti.

«È stata un’emozione strana venire a sapere che c’è una sala museale intitolata a mio nome, verrebbe quasi l’istinto di grattarsi scaramanticamente perché intitolare un museo a qualcuno è una pratica che di solito si fa post mortem, ma secondo me la genialata sta proprio in questo, cioè in una terra spesso associata alla morte, al sangue alla “Terra dei Fuochi”, al dolore… si comincia a dedicare uno spazio ai vivi potendo così ribaltare una certa logica museale, e così tanti artisti “vivi” trovano spazio in questo tripudio di vita!».

Infatti, questa sorta di museo alternativo sperimentale, fondato nel 2005 e ricavato negli scantinati di una scuola statale di Casoria ubicata in Via Duca d’Aosta 63, rappresenta decisamente una novità nella provincia nord di Napoli, e col tempo è divenuto un importante punto di riferimento per molti artisti contemporanei, che ospita anche opere di artisti internazionali, in buona parte provenienti dall’Africa.

Ed è proprio questo tocco di internazionalità che ha colpito particolarmente Saviano: «Io sono reduce da una passeggiata per tutto il museo e mi hanno impressionato tantissimo le sezioni africane che non avevo mai visto in nessun altro museo. È un museo, questo, che nasce dalla fiducia degli artisti inseriti in un progetto di grande competenza. Perché questo museo a Casoria è una risposta di grande competenza e capacità. Qui non si tratta di un qualcosa di marginale, un presidio soltanto morale, anzi… un museo del genere lo trovi a Berlino, lo trovi nel Nord Europa, e qui nel caso del CAM ambiti di competenza costruiscono una bellezza che non ti aspetti proprio, perché siamo soliti pensare che qui tutto è sempre impossibile, che qui è sempre tutto “‘na chiavica”, e che sia difficile costruire qualcosa di bello… L’originalità di questo museo sta nel fatto che quella che vedi qui non è una bellezza che nega quello che c’è intorno, dalle opere che vedrete qui esposte non sentirete venir fuori un desiderio di evasione, del tipo “giriamo il volto dell’altra parte, guardiamo soltanto al bello che sta altrove”… al contrario, molte di queste opere del CAM ti buttano la realtà in faccia, mettono il muso contro le contraddizioni, dunque non vogliono affatto farti evadere ma vogliono piuttosto farti entrare ancor di più nella realtà delle cose, quindi… che dire… mi sembra un miracolo tutto questo!».

In effetti, molte delle opere esposte “parlano” di camorra in maniera astratta attraverso soluzioni pittoriche e creative. Una sorta di “arte-denuncia” il cui surreale stile ricorda vagamente il celebre quadro “Guernica” di Pablo Picasso del 1937.

«Un’altra cosa che mi ha colpito molto – ha aggiunto Saviano – è la caparbietà nel cercare queste opere in giro per il mondo e portarle qui, realizzando questa sana utopia del potere, credere che l’opera d’arte ti cambia destino!».

Roberto Saviano sostiene con convinzione il ruolo sociale che può ricoprire l’arte: «Mi è capitato una volta di assistere a Casal di Principe all’esposizione dei quadri che erano stati portati lì dagli Uffizi, essi cambiarono completamente la percezione del territorio. Ebbene, allo stesso modo il CAM lo sta facendo qui, invita attraverso l’arte contemporanea di dire a chi è di questa terra che questa bellezza non ti permetterà di chiudere gli occhi, ma di aprirli con una nuova visione delle cose, c’è la possibilità di vedere qualcosa di diverso e, forse, anche offrire la possibilità di trasformare questo territorio… Non è misurabile quanto l’opera d’arte possa trasformare la realtà: quanto ha cambiato il mondo “Toy Story”? Quanto ha cambiato il mondo Picasso? Non è misurabile, non è una riforma politica che possiamo immediatamente percepire, e quindi ancor di più mi emoziona essere tassello di questo progetto che fa pensare che questa terra sia colma di speranza, ma quale speranza? La speranza nel negare che abbiamo problemi? No, la speranza è là dove noi siamo coscienti che quello che possiamo fare lo raccontiamo per “trasformare”».

Il progetto del CAM è frutto unicamente dell’impegno individuale della gente locale, al di là degli aiuti istituzionali, grazie al lavoro di tanti volontari che, come dice Saviano: «Non si sono affatto lamentati per l’assenza delle istituzioni, ma che invece hanno lavorato sodo e con impegno hanno così dimostrato che si può fare! Che ci si può dunque ribellare ad una trasformazione istituzionale».

Il CAM, Contemporary Art Museum, è ubicato a Casoria in Via Calore, e apre al pubblico il martedì, mercoledì, giovedì e sabato, il calendario delle mostre è consultabile sul sito ufficiale del museo.

Francesco Bartiromo

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