“NON ABBIATE PAURA!”…E IL MURO INIZIÒ A SGRETOLARSI
Berlino, ore 18.00 del 9 novembre 1989, una fresca serata d’autunno inoltrato, nessuno avrebbe potuto immaginare che i venti dell’Est non avrebbero portato solo il freddo inverno ma anche la libertà e che in 50 minuti sarebbe cambiata la storia.
L’anno successivo, il 1990, gli Scorpions canteranno, in tutto il mondo, “Wind of changes” e il cambiamento era, ormai, inarrestabile.
Cosa successe quella sera del 9 novembre 1989, esattamente 30 anni fa? Fu abbattuto un muro, che detta così può significare nulla di straordinario.
Facciamo un salto indietro nel tempo: Jalta (Crimea) Febbraio 1945. La Germania era destinata a sconfitta certa, sarebbe avvenuta due mesi dopo nell’aprile del 1945, e gli alleati già discutevano sul “da farsi” dopo la caduta del Reich. Tra le altre cose, USA, URSS, Regno Unito e Francia decisero che la Germania doveva essere smembrata “provvisoriamente” in 4 zone di occupazione gestite, ognuna, da uno dei vincitori. Questo era il “requisito per la pace futura”. La parte ad Est sotto il controllo dell’URSS, che diventerà la Repubblica Democratica Tedesca (DDR), e la parte ad Ovest sotto il controllo della NATO, che diventerà la Repubblica Federale di Germania.
E Berlino? Era geograficamente localizzata nella parte orientale, a chi toccava? Risolsero nella maniera più semplice possibile: la divisero in due. Da quella scelta scaturirà che una parte della Germania Ovest era localizzata nel cuore della Germania Est.
Finita la guerra, aprile 1945, l’accordo diventò operativo. Quello che era il “requisito per la pace futura” ben presto diventò, per il mondo intero, una spada di Damocle che avrebbe potuto innescare una nuova guerra.
Si scontrarono due mondi, due società agli antipodi, due modelli sociali: ad ovest, un sistema capitalista basato sul consumo ed il profitto; ad Est, un modello economico che poneva l’uguaglianza della produzione al centro ma che rimarrà solo teorico. Questo portò ad una emigrazione di massa, dalla Germania Est verso Berlino Ovest, che aveva, come attrattore, il benessere economico in un regime di libertà di espressione e pensiero.
Un’emorragia, soprattutto di cervelli, che la DDR doveva arrestare, come? Nel modo più banale. Nella notte tra il 12 e 13 agosto 1961 si costruì un muro. Da quel momento in poi fu vietato il libero transito tra la parte orientale e Berlino Ovest. E chi se ne infischiava del divieto? Sparato a vista dai cecchini sulle torrette di guardia al muro. Si conteranno oltre 300 morti tra i tentativi di fuga.
La guerra di liberazione dell’Europa, da parte degli alleati, si era trasformata in una occupazione e divisione tra popoli, famiglie, amici, fratelli in nome del “requisito per la pace futura”.
Fu in quegli anni che la maggior parte dei Paesi Europei diventò trampolino di lancio per un arsenale nucleare di pronto utilizzo: tanto ad Est che ad Ovest. Fu in quegli anni che solo l’intervento di uomini di buona volontà scongiurò un olocausto nucleare.
Il muro, o meglio quello che rappresentava, riuscì a mettere fratelli contro fratelli, a definire buoni gli uni e cattivi gli altri, a creare la paura che è il migliore catalizzatore dell’odio.
Torniamo al 9 novembre 1989. La cortina di ferro iniziava a scricchiolare, il nuovo Segretario dell’URSS Gorbaciov (sarà anche l’ultimo) promulgò, qualche anno prima, importanti riforme nell’ambito socio-politico, la Perestrojka fu la più famosa. Il 22 aprile 1978, un uomo proveniente dal cuore della cortina di ferro, vestito di bianco da una finestra su Piazza San Pietro, inaugurava il proprio pontificato con queste parole «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici e politici, la cultura e lo sviluppo. Non abbiate paura!».
Il muro era già crollato: nelle idee, nella speranza, nei sogni…mancava la politica!
Il 18 ottobre 1989 si dimise il Governo in carica della DDR ed il nuovo Presidente, Krenz, decise di concedere permessi ai cittadini per viaggiare liberamente nella Germania dell’Ovest.
Come dare la notizia, senza scatenare il panico tra le guardie di confine? Alle 18:00 del 9 novembre 1989 fu indetta una conferenza stampa molto generica, per comunicare le procedure di concessione dei permessi. Alle 18:53 il corrispondente ANSA da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese: «da quando?». La risposta fu evasiva e vaga ma bastò l’affermazione «l’ordine diventa efficace immediatamente» per far riversare migliaia di Berlinesi a ridosso del muro. E le guardie armate? “Non ebbero paura e aprirono i cancelli” e migliaia di persone, che nemmeno si conoscevano, iniziarono ad abbracciarsi semplicemente perché erano fratelli.
Il 3 ottobre 1990 la Germania fu riunificata.
Il 18 marzo 1990 ci furono le prime elezioni libere nella storia dell’ex DDR.
Il 21 luglio 1990 il governo eseguì un atto simbolico, ma d’immenso valore: Roger Waters, dei Pink Floyd, cantò THE WALL in un mega concerto proprio lì dove, una volta, c’era il muro.
Francesco Saverio Minardi